RECENSIONE DEL ROMANZO “IL PRETE NUOVO” DI TINA CARAMANICO
Il romanzo dell’autrice Tina Caramanico colpisce per la sua semplicità disarmante e schietta al punto da infiltrarsi a giudizio senza che il lettore quasi se ne accorga. La vicenda ruota attorno ad una figura fascinosa ed inquietante, il prete nuovo, che smuove le coscienze in una vita di paese apparentemente tranquilla e monotona.
La figura del prete in questione però non è protagonista diretta della storia, quanto il riflesso di un meccanismo abitudinario e dannoso nei confronti di se stessi e della comunità intera, perché quando la coscienza è sporca qualsiasi novità sembra remare contro.
“ Dio non può perdonare il tuo peccato , se continui a commetterlo “.
Questa frase, in un passaggio del libro, colpisce, forse proprio nelle intenzioni dell’autrice, poiché attraverso le parole di un personaggio come un prete che sembra innovativo ma non lo è, punta dritto alla coscienza e alle proprie azioni. Spinge a riflettere il nostro operato e a prenderne coscienza.
Narrato in prima persona, Tina Caramanico conquista il lettore non dalle prime pagine, bensì dalle prime righe per il suo stile asciutto, diretto e verace.
Attraverso il ricordo di una donna degli anni della preadolescenza, viene scoperchiata, come il “ vaso di Pandora”, una fede di comodo, un senso del dovere addormentato tra desideri, rimpianti, paure e verità nascoste.
Si riempie la vita con l’ abitudine di voler sapere tutto di tutti, nelle noiose domeniche in famiglia tra una madre remissiva, un padre ateo e una nonna impicciona. Qui, non molto distante da alcune realtà dei paesi ( e non solo ), la Caramanico sottolinea il rapporto familiare fra generazioni diverse, scuole di pensiero dissimili e tuttavia uniti.
L’autrice non lesina toni ironici che strappano al lettore non pochi sorrisi, ma anche sprezzanti su certi passaggi, rivelando con straordinaria sensibilità che la realtà è solo un riflesso distorto della nostra immaginazione.
Iana Pannizzo